Internazionalizzazione e localizzazione

per chi sceglie di fare impresa SUI mercati esteri

Internazionalizzazione vs. localizzazione: iniziamo col chiarire i due concetti.

Se per internazionalizzazione si intende la scelta aziendale di portare il proprio prodotto o servizio in un nuovo mercato, per localizzazione si intende invece il processo di adeguamento del prodotto o servizio alle consuetudini locali di utenti, dipendenti e clienti, ai vari livelli di interazione. Per avere successo su un mercato estero, l'azienda deve riuscire a superare le difficoltà implicate dal far affari in un contesto culturale, commerciale e legale diverso. E deve sapersi guadagnare la fiducia del compratore o cliente locale, alle condizioni di quest'ultimo.

Fare impresa sui mercati esteri: preparare una presenza digitale

perche' localizzare: la vision

Quando un'azienda sceglie di lanciare un prodotto o un servizio su un mercato estero, che vi sia o meno presente, si troverà a concorrere con le aziende locali, che offrono prodotti o servizi simili. Per offrire al potenziale acquirente un'esperienza adeguata che ispiri fiducia e sia capace di convincerlo a provare e, nel migliore dei casi, ad acquistare, l'azienda dovrà essere in grado di comunicare in modo chiaro e conforme ai canoni culturali del luogo. Ciò vale ancor più per i contenuti digitali di immediata fruizione, dal sito web, ai social e al blog. Solo così viene "scoperta" (SEO e SEM adeguati alla regione),  apprezzata (concorrendo e vincendo il confronto con altre realtà locali) e infine amata (perché la CX è calibrata sulle peculiarità locali, dal modo di comunicare alla simbologia e alle cose più pratiche, tipo i campi da includere in un modulo o le modalità di pagamento), assicurandosi la fiducia del cliente locale. 

L'obiettivo ultimo è quello di offrire un'esperienza che sia almeno di pari qualità rispetto a quella offerta dai concorrenti locali sullo stesso mercato. Il termine di paragone è e resta, pertanto, quello delle dinamiche socioculturali del mercato estero e non del mercato d'origine. 

I consulenti di localizzazione aiutano proprio a declinare gli obiettivi aziendali d'origine sulle peculiarità del mercato locale. Per questo ,motivo, un'azienda seriamente interessata ad eccellere sui mercati internazionali deve prendere sul serio le proprie attività di localizzazione, pianificando un budget adeguato e impiegando specialisti che lavorino spalla a spalla con i reparti aziendali di riferimento, che si tratti dello sviluppo di prodotto o servizio, del marketing, delle vendite, della compliance legale o dell'assistenza post-vendita. 

Perché l'internazionalizzazione, se ben fatta, coinvolge l'intera azienda, con sfaccettature diverse per ogni singolo mercato di riferimento, promuovendo le prospettive reddituali e di successo dell'azienda sul mercato estero. Talvolta si tratta di considerazioni molto semplici ma non scontate, come assicuare che il gateway di pagamento offerto sul sito sia effettivamente quello usato a livello locale, o il sito e l'azienda siano governate da solide pratiche di privacy e protezione dei dati che ispirino un utente a lasciare i propri dati.

La cultura guida, il prodotto risponde

A COSA FAR ATTENZIONE PER EVITARE ERRORI

  1. Comprensione culturale: non si tratta solo di lingua, ma di capire e rispettare le sensibilità, i valori, le tradizioni e le norme culturali della regione target. E' essenziale capire e documentarsi su cosa sia lecito, offensivo o inappropriato a livello di comunicazione per la cultura di destinazione. L'appropriatezza di testi, tono, gergo, immagini e colori sono tutti elementi che possono avvicinare o allontanare il tuo cliente.
  2. Compliance e conformità normativa: leggi, regolamenti e standard variano da paese a paese. Il prodotto deve soddisfare tutti gli standard rilevanti per il paese di destinazione, sia esso un manufatto o un servizio software. Per questo è essenziale far riferimento a tecnici legali in grado di valutare l'adeguatezza e la validità dei documenti che accompagnano il prodotto. La traduzione non basta. Serve un legale locale.
  3. Formati locali: dovranno essere considerati i formati relativi a date, valute, numeri, unità di misura e formati riguardanti i dati di recapito. Ad esempio, mentre negli Stati Uniti la data è scritta come MM/GG/AAAA, in molte parti d'Europa è GG/MM/AAAA, e un mancato adeguamento può generare confusione nell'acquirente.
  4. Interfaccia Utente (UI) dei prodotti software: i campi inclusi nella UI sono tutti rilevanti nel paese di destinazione? Sono disposti in maniera tale da favorire l'adozione del software? Sono sufficientemente lunghi per accomodare le differenze di lunghezza delle parole nelle varie lingue, ad esempio tra inglese e tedesco? Sovrapposizioni, troncamenti o l'arrangiamento dei campi in un punto insolito rispetto ai software locali possono tutti spegnere l'interesse di un potenziale acquirente.
  5. Localizzazione di immagini, grafici, video: immagini, video e grafica evocano spesso emozioni. E ciò che evoca emozioni è legato al preciso contesto culturale di chi le vive. Le immagini devono essere rilevanti per il mercato di destinazione. I colori devono essere appropriati. Il destinatario della comunicazione deve potersi identificare con chi vede e ascolta. Talvolta basta un accento errato per generare sfiducia. Da ricordare è che ciò che funziona in una cultura potrebbe non sortire lo stesso effetto in un'altra.
  6. Progetti pilota nel mercato di destinazione: il prodotto localizzato deve essere valutato e messo alla prova in un contesto locale, usato da persone locali. In questa fase, occorrerà osservare eventuali difficoltà d'utilizzo, blocchi all'utilizzo, errori funzionali o linguistici o problemi di accesso o di utilizzo delle UI.
  7. Rispetto delle pratiche commerciali locali: le pratiche commerciali e le esigenze dei clienti possono variare da una regione all'altra. Le modalità di lavoro variano anch'esse, cosi come la percezione di cosa costituisca un problema. Ciò potrebbe richiedere interventi su flussi di lavoro o funzionalità.
  8. Misurazione dell'impatto del progetto pilota: le osservazioni o lo studio indiretto dell'esperienza fatta dagli utilizzatori locali è prezioso per valutare la potenziale idoneità e potenzialità commerciali del prodotto per lo specifico mercato. L'impatto dovrà essere definito sulla base dei KPI prescelti dall'azienda, come il numero di carrelli abbandonati sul totale e l'analisi qualitativa delle ragioni dell'abbandono (che possono dipendere sia da qualità inerenti al prodotto ma anche dal modo in cui il prodotto viene comunicato).
  9. Aggiornamenti e Manutenzione: la cultura e le lingue evolvono. È essenziale monitorare e aggiornare regolarmente i contenuti localizzati per garantire la loro rilevanza e accuratezza nel tempo. Anche i contenuti possono avere date di scadenza.
  10. Scalabilità: è bene definire una strategia globale alla localizzazione per quanto possa riguardare i requisiti formali, ma nella maggior parte dei casi i requisiti a livello locale vanno definiti mercato per mercato, come il grado di localizzazione, le funzionalità da localizzare, gli standard da applicare e i requisiti legali da osservare (come gli embarghi o il traffico di dati a paesi privi di normativa riconosciuta). 

Il Localization Manager

RUOLI E FUNZIONI COINVOLTE IN UNA STRATEGIA DI LOCALIZZAZIONE

La dimensione estera è ormai parte del DNA della maggior parte delle aziende mondiali. Ma non tutte le aziende si sono opportunamente attrezzate in termini organizzativi. Che si decida di aprire un reparto interno o appoggiarsi a fornitori terzi, ogni azienda farebbe bene a designare un Responsabile della Localizzazione, cui affidare lo sviluppo e implementazione di una strategia di localizzazione adeguata al grado di maturità internazionale dell'azienda, in stretta collaborazione con varie funzioni aziendali, sia operative che commerciali. Il Localization Manager è una figura di congiunzione tra diverse funzioni aziendali, che garantisce che l'espansione globale dell'azienda resti culturalmente rilevante, osservante delle leggi locali e commercialmente efficace. 

Con quali funzioni aziendali dovrebbe interfacciarsi il Localization Manager?

  • Sviluppo di Prodotto/Ufficio tecnico: la localizzazione inizia spesso con l'adattamento di un prodotto a un nuovo mercato. Collaborare con il team di sviluppo del prodotto è fondamentale per comprendere le funzionalità e garantire che siano adattabili all'uso che ne verrà fatto in paesi diversi.

  • Marketing e Comunicazione: la promozione di un prodotto in un nuovo mercato richiede messaggi che risuonino con il pubblico locale. Il Responsabile della localizzazione deve poter collaborare con il Marketing per assicurare che il contenuto sia culturalmente pertinente.

  • Vendite: il team di vendita può fornire feedback diretto sulle esigenze e le preferenze dei clienti locali, che possono poi guidare le decisioni di localizzazione.

  • Supporto Clienti: la comprensione delle preoccupazioni e delle domande frequenti dei clienti in un nuovo mercato può aiutare ad affinare ulteriormente l'intervento di localizzazione.

  • Risorse Umane: l'espansione in nuove regioni, potrebbe richiedere l'assunzione e la formazione di personale locale. La formazione potrebbe implicare la localizzazione della formazione per il personale locale da formare, e questo ancor prima del go-to-market sul nuovo mercato.

  • Gestione della Catena di Fornitura: se la localizzazione implica anche la produzione di beni fisici, sarà essenziale lavorare con la supply chain per assicurarsi che i prodotti soddisfino le normative locali ai vari livelli della  filiera, che ormai è quasi per definizione, globale.

  • Ufficio Legale: ogni mercato ha le sue leggi e regolamentazioni. Il Localization Manager deve assicurare che i materiali tradotti siano poi rivisti da esperti legali locali, in maniera da garantirne la conformtià con la normativa estera e internazionale.

  • Finanza: potrebbero esserci considerazioni finanziarie, come tassi di cambio o normative fiscali locali, che possono influenzare il perimetro della localizzazione.

  • IT e Tecnologia: la localizzazione spesso richiede l'adattamento o l'internazionalizzazione del software o della piattaforma digitale. In questi casi, lavorare con il team IT è cruciale per garantire che la tecnologia supporti anche gli interventi di localizzazione in un contesto agile.

  • Gestione della Qualità: il processo di controllo qualità è trasversale a tutte le attività di un'azienda, e riguarda, quindi, anche l'ambito della localizzazione, che dovrà attenersi agli tandard di qualità aziendali.

La natura interfunzionale di questo ruolo sottolinea l'importanza della collaborazione e della comunicazione a livello di azienda.

 

Reparto interno o fornitori esterni?

un fragile equilibrio tra il controllo sugli asset e il CONTENIMENTO dei costi

.La decisione tra creare un reparto di localizzazione interno o di esternalizzare a un fornitore esterno può dipendere da vari fattori, come le dimensioni dell'azienda, i volumi di lavoro, le risorse disponibili, l'elaborazione o meno di una strategia di internazionalizzazione a livello di azienda o da contingenze d'impresa. Entrambe le scelte comportano paticolari implicazioni, di cui menzioniamo le principali:

1. Creare un reparto di localizzazione interno:

Vantaggi:

  • Controllo: maggiore controllo sulla qualità, sui processi, sugli asset (proprietà intellettuale), sulla compliance GDPR degli strumenti utilizzati ai fini della traduzione e sulle tempistiche.
  • Dedizione: esperti interni che comprendono profondamente la cultura aziendale e i suoi obiettivi e conoscono le problematiche interculturali della comunicazione.
  • Continuità e riutilizzo degli asset: processi e workflow consolidati e progressiva ottimizzazione di processi, contenuti e ottimizzazione dell'utilizzo degli asset. In questo scenario non servono coordinatori che si occupano di coordinare il lavoro con partner esterni.

Svantaggi:

  • Costo: presenza di costi fissi per il personale, la tecnologia e l'infrastruttura.
  • Scalabilità: elasticità limitata per rispondere agli eventuali picchi di produzione o nel momento in cui sia necessario definire un gruppo di lavoro che si prenda cura della localizzazione per un nuovo mercato estero.

2. Esternalizzare a un fornitore esterno:

Vantaggi:

  • Flessibilità: possibilità di ampliare o ridurre i volumi di lavoro secondo necessità, senza incorrere in costi fissi.
  • Expertise: accesso a un'ampia gamma di competenze e risorse specializzate, cui tuttavia deve essere data la possibilità di capire chiaramente gli obiettivi e la cultura aziendale per scegliere un opportuno modello di comunicazione
  • Risparmio: potenziale riduzione dei costi iniziali e operativi.

Svantaggi:

  • Minore controllo: potenziale perdita di controllo sulla qualità e sui processi, così come sugli asset (memorie di traduzione, glossari, guide di stile)
  • Comunicazione: la necessità di comunicare e coordinare gli interventi di lavoro con terze parti può essere causa di malintesi, ritardi o risultati subottimali.

Implicazioni a livello di Proprietà Intellettuale (IP) nelle Memorie di Traduzione (TM):

Le Memorie di Traduzione sono un asset prezioso, che conserva i segmenti di testo originale e le rispettive traduzioni. Le memorie diventano così un repository di conoscenze aziendali, di dati, che se ben gestite assumono un notevole valore in termini di IP e riutilizzo in termini di LLM e modelli di AI. Ove l'azienda abbia implementato un processo controllato di authoring (ormai uno standard nella comunicazione tecnica), una memoria di traduzione ben gestita diventa anche uno strumento di notevole risparmio. 

Possibili rischi di un'esternalizzazione:

  • Perdita della proprietà intellettuale (occorre stipulare un'apposita clausola di cessione)
  • Contaminazione dei dati (ove il fornitore terzo non abbia chiare istruzioni su come utilizzare la memoria)
  • Fuga di informazioni riservate, soprattutto ove un esterno non si attrezzato con opportuna tecnologia e faccia uso di motori generici di traduzione.

Per tali ragioni è importante lavorare solamente con terzi opportunamente certificati, stipulare contrattualmente obblighi e doveri di entrambe le parti e definire chiaramente le modalità di trattamento e gestione dei dati affidati al terzo incaricato della localizzazione.

In tale contesto è importante:

  1. Stipulare accordi di Non Divulgazione (NDA): prima di iniziare qualsiasi progetto con un fornitore esterno, è essenziale concludere un accordo di non divulgazione, tale da garantire la non divulgazione e riservatezza dei dati sensibili o riservati contenuti nei materiali trattati (quali date di lancio prodotto, caratteristiche di prodotto, definizione di processi ad-hoc, dati personali, stipulazioni varie)
  2. Definire chiaramente la proprietà degli asset di traduzione: i contratti devono indicare chiaramente di chi sia il diritto d'autore, definire eventuali accordi di cessione e stipulare le modalità ammesse di utilizzo degli stessi dati (per esempio, se possano essere utilizzati per analisi o corpora aziendali e motori di traduzione).
  3. Accordarsi sull'uso di tecnologia di sicurezza, come un TMS: si tratta di piattaforme che permettono di controllare i diritti di accesso e di evitare che i materiali (documenti e memorie di traduzione) possano essere scaricati in assenza di autorizzazione. Anche in questo caso, se la piattaforma non è del cliente, il fornitore potrà assicurare al cliente i diritti di utilizzo per il periodo della durata del progetto, limitando i costi che altrimenti sarebbero da sostenere per l'acquisto in proprio della piattaforma.
  4. Audit periodici: assicurarsi che le condizioni dei fornitori esterni non cambino e possano così compromettere la conformità e la sicurezza delle informazioni.

La decisione di esternalizzare o meno dipende dalle specifiche esigenze e circostanze dell'azienda, dalla sua maturità tecnologica, dalla tipologia dei prodotti trattati e dalla presenza o meno in azienda di una persona che possa prendersi cura della funzione di localizzazione. La chiave è trovare un equilibrio che offra qualità, efficienza e protezione della proprietà intellettuale.

Una soluzione potrebbe consistere nella stipulazione di accordi di partenariato/rete: con tali accordi la parte esterna può essere attivamente coinvolta nelle specificità aziendali del cliente, condividere processi e workflow e crescere con lei.

Tecnologie per la localizzazione

digitalizzazione e loctech essenziali per ogni azienda

La localizzazione, come ogni funzione aziendale, è oggi supportata da una pluralità di tecnologie, tutte con l'obiettivo di rendere il processo di localizzazione più efficiente, coerente e di alta qualità. La loro adozione varia in funzione del  modello prescelto e del grado di maturità dell'azienda, che nelle fasi inziali o per considerazioni di tipo economico esternalizza la funzione e pertanto anche l'IP e i dati ottenuti dall'uso di tali tecnologie. Secondo le best practice di settore, il processo di localizzazione integra le seguenti tecnologie:

  • Sistemi di Gestione della Traduzione (TMS): questi sistemi aiutano a gestire e automatizzare il processo di traduzione, facilitando la collaborazione tra traduttori, revisori e gestori di progetto.

  • Memorie di Traduzione (TM): si tratta di repository di dati che conservano i segmenti di testo già tradotti in formato bilingue, permettendo di riutilizzare le traduzioni già fatte da umani in passato, risparmiare e migliorare la coerenza a livello testuale, a nostro avviso, la vera regina tra le tecnologie del settore.

  • Strumenti di Controllo Qualità (QA): questi strumenti aiutano a identificare errori come incongruenze terminologiche, problemi di formattazione o omissioni/ripetizioni e difformità formali.

  • Glossari e Strumenti di Gestione Terminologica: si tratta di database di termini specifici estrapolati da materiali già esistenti del cliente e delle loro traduzioni ufficialmente approvate dal reparto comunicazione o ufficio tecnico, che garantiscono la coerenza terminologica a livello del progetto di traduzione (e non solo testuale). Grazie alle ultime evoluzioni della tecnologia, i glossari sono ormai un passo centrale di qualsiasi strategia SEO internazionale, perché permettono di organizzare i lemmi secondo mappe semantiche e in base al loro utilizzo in funzione di una specifica tipologia di documento e segmento di pubblico di destinazione.

  • Strumenti di Pseudo-localizzazione: usati nel software, questi strumenti generano versioni "pseudo-localizzate" di contenuti per testare se un'applicazione è pronta per la localizzazione. Si tratta di una fase  che precede la localizzazione e che in ambiti software viene spesso supplementata con caratteri salvaspazio o l'inglese.

  • Sistemi di Gestione dei Contenuti (CMS): i CMS sono delle piattaforme per la gestione dei contenuti digitali e spesso integrano funzioni di localizzazione per facilitare la traduzione e l'adattamento di contenuti. La maggior parte può essere integrata con i TMS tramite API (come Wordpress o Salesforce Knowledge con Phrase).

  • Strumenti di Automazione: automatizzano parte del processo di localizzazione, riducendo gli interventi manuali e facendo risparmiar tempo.

  • Strumenti di Localizzazione di Software: si tratta di strumenti specifici per l'adattamento di software e applicazioni. Gestiscono stringhe di codice, formati di date, valute e altri elementi che richiedono di essere localizzati. Permettono spesso di adeguare la lunghezza dei campi per ottenere interfacce leggibili e gradevoli ad un pubblico locale.

  • Piattaforme di Testing Linguistico: servono per testare il prodotto o l'applicazione in un ambiente che simula le specifiche caratteristiche di un particolare mercato o regione.

  • Strumenti di Traduzione Automatica (MT): si tratta di modelli linguistici che offrono una traduzione iniziale da una lingua all'altra e che possono essere addestrati per requisiti specifici, a partire da corpora particolari (per esempio un motore per la traduzione di manuali tecnici addestrato con corpora di documenti paralleli (ossia bilingui) messi a disposizione dall'azienda). Si tratta di strumenti utili in ambienti di authoring altamente controllato, ossia dove la documentazione del prodotto o il prodotto viene descritto o scritto in stretta aderenza a formulazioni e guide di stile predefinite. La Machine Translation può offrire una soluzione ove sia necessario accedere subito ad informazioni in altra lingua e l'eventuale presenza di errori non abbia conseguenze critiche. E' altamente consigliato sottoporre qualsiasi testo pretradotto con la traduzione automatica ad un processo di revisione operato da linguisti con elevata esperienza settoriale.

  • LLM: strumenti come ChatGPT, ossia Large Language Models, che determinano in modo probabilistico il termine successivo di un testo, pur essendo estremamente utili a scopi di sintesi o classificazione, non hanno ancora raggiunto il livello di qualità di un motore di traduzione automatica addestrato su corpora appartenenti ad uno specifico dominio.

Processi e workflow

requisiti specifici di settorE, standard e automazione di processo

I requisiti di localizzazione possono variare da settore a settore e questa diversità trova espressione nei diversi standard ISO che possono riguardare il lavoro di un localizzatore. Gli ISO standard applicabili sono:

Senza entrare nel dettaglio, le seguenti fasi sono comuni alla maggioranza dei progetti di localizzazione:

  1. Valutazione e Pianificazione: prima di intraprendere qualsiasi progetto di localizzazione, è essenziale valutare l'entità del lavoro e pianificare di conseguenza le risorse. Ciò include la determinazione del perimetro di progetto, delle lingue d'arrivo, una comprensione degli obiettivi e motivazioni aziendali per il rilascio di tali contenuti e una stima del budget e delle tempistiche.

  2. Estrazione di Contenuti: i contenuti da localizzare (siano essi testi, immagini, file audio o codice) devono essere estratti dalla fonte originale e approntati per la traduzione.

  3. Preparazione e Pseudo-localizzazione (software): il lavoro terminologico viene spesso effettuato prima di iniziare la traduzione, in maniera da disporre di una terminologia coerente trasversalmente al progetto. La maggior parte degli strumenti di traduzione permettono di integrare la terminologia nell'interfaccia di lavoro e ne consentono l'aggiornamento in corso di traduzione. Per quanto riguarda il software, può risultare utile, prima di passare al progetto vero e proprio di traduzione, pseudo-localizzare il prodotto allo scopo di identificare potenziali problemi del software, prima ancora di compilare una sua versione tradotta.

  4. Traduzione e Adattamento: questo è il cuore del processo, che viene affidato a linguisti professionisti, post-editor e adattatori. I linguisti sono spesso professionisti altamente qualificati e specializzati a livello settoriale, con anni di esperienza e la capacità di rendere i contenuti in un linguaggio adatto alle circostanze e al target  che fruirà dei contenuti. Sempre più spesso dispongono anche di un'elevata capacità e conoscenza tecnologica e gestione progettuale.

  5. Revisione e Controllo Qualità: dopo la traduzione, i contenuti vengono sottoposti al controllo qualità, allo scopo di garantirne accuratezza e coerenza a livello di progetto, nonché la conformità agli eventuali requisiti formali.

  6. Reintegrazione: il contenuto tradotto viene quindi reinserito nel suo contesto originale e sottoposto a verifica.

  7. Testing: questa fase è particolarmente cruciale per la localizzazione di software o siti web. Questo processo verifica che tutto funzioni correttamente nella lingua di destinazione (pulsanti, CTA, link, Form, richiamo a documentazione o specifiche di prodotto).

  8. Pubblicazione e Distribuzione: una volta completati tutti i passi, il prodotto localizzato viene rilasciato o distribuito al mercato di destinazione.

  9. Feedback e Iterazione: dopo il rilascio, è essenziale raccogliere feedback dagli utenti finali e intervenire con le opportune migliorie.

Per quanto riguarda i flussi di lavoro tipicamente adottati dalla localizzazione, essi sono:

  1. Lineare: si tratta di un flusso che passa progressivamente da una fase all'altra. Prevede il completamento della fase iniziale prima di passare alla successiva.

  2. Iterativo: questo workflow prevede che parti del processo, come la traduzione e la revisione, vengano ripetute più volte fino a raggiungere il livello desiderato di qualità.

  3. Parallelo: in questo scenario, le diverse fasi di processo, come la traduzione in più lingue, avvengono simultaneamente.

  4. Integrato: questo scenario prevede l'integrazione della fase di localizzazione nel più ampio processo aziendale, come può essere il supporto clienti. Il processo di localizzazione, in questo caso automatizzato, scatta non appena viene creato un nuovo contenuto.

Talento umano, una profonda comprensione del mercato di destinazione e tecnologia sono tutte componenti imprescindibili di una localizzazione di successo.

Misurare il ritorno della localizzazione

C'E' MA NON SI VEDE SUBITO

Misurare il ritorno di un progetto di localizzazione è fondamentale per giustificare gli investimenti, ottimizzare le future iniziative di localizzazione e calibrare l'ambito dei futuri interventi. Come tutti gli investimenti, deve dimostrare efficacia e un ritorno. Ma come misurarli nel preciso ambito della localizzazione?

Il ritorno sull'investimento è generalmente definito dal ROI, che nel caso di un progetto di localizzazione può essere definito come:

1. Identificare metriche e KPI specifici per definire il beneficio netto della localizzazione:

  • Aumento delle vendite (sales): quanto è cresciuto il fatturato sul nuovo mercato? E' dipeso da un intervento di localizzazione? 
  • Engagement dell'utente (marketing): si nota un miglioramento di KPI quali engagement, il tempo trascorso sul sito, il tasso di abbandono, il tasso di conversione, ecc., dopo che le comunicazioni digitali sono state localizzate rispetto al periodo pre-localizzazione?
  • Minor numero di interventi (assistenza): si nota un miglioramento dei KPI di post-vendita e assistenza? 
  • Customer experience: si notano commenti più soddisfatti dei clienti sui social o altri canali di comunciazione nel mercato di destinazione rispetto a prima della localizzazione del prodotto?

2. Quantificare i benefici:

  • Benefici diretti: aumento delle vendite, nuovi clienti acquisiti, ecc.
  • Benefici indiretti: riconoscimento del marchio, lealtà del cliente, posizionamento favorevole nel mercato di destinazione, ecc.

3. Calcolare i costi:

  • Costi diretti: costi di traduzione, testing, implementazione software, ecc.
  • Costi indiretti: formazione, tempo impiegato dal personale interno, ecc.

4. Confrontare benefici e costi: utilizzando la formula ROI sopra indicata, calcolare il ROI e interpretare i risultati. Un ROI positivo indica che i benefici della localizzazione hanno superato i costi.

5. Considerare un orizzonte di lungo periodo: la localizzazione può posizionare l'azienda in modo favorevole per il successo sul lungo termine nel nuovo mercato, cosa che potrebbe non riflettersi immediatamente sui numeri.

7. Valutare i rischi associati ad una non-localizzazione: pessima adozione di prodotto, maggiori interventi di assistenza, disaffezione ...

Misurare e giustificare il ROI dell'attività di localizzazione richiede un approccio olistico che tenga conto sia dei benefici tangibili sia di quelli intangibili, e questo a livello dell'intera azienda. Solo disponendo di dati robusti (cosa sempre più fattibile) e di una solida collaborazione con le varie funzioni aziendali, le aziende riescono a stabilire il reale valore apportato dagli interventi di localizzazione, massimizzandone l'impatto.